L’ Autore

Ci sono delle domande ricorrenti nelle interviste che mi hanno fatto, ora le uso come spunto per presentami:

Chi sono? Passati i cinquant’anni (fisici, non mentali) ho smesso di pormi interrogativi come questo, accettandomi senza domande. Sono un inguaribile ottimista e questo mi costringe a pagare dazi spesso pesanti, ma che accetto. Amo i rapporti umani ma anche chiudermi nel mio “tugurio” per dare corpo ai miei sogni e alle mie fantasie.
Sono un cacciatore di emozioni e ogni storia ogni persona può lasciarmi qualcosa che posso trasferire nei miei scritti. Tutto è ispirazione, poi la fantasia fa il resto.
Perché scrivo? È una necessità, un bisogno fisiologico, uno sfogo. È fantasia, realtà e anche incoscienza. Un vortice nel quale sono entrato tanti anni fa e dal quale non ho la minima intenzione di uscire: mi dona un’ebbrezza che stordisce, esalta e mi realizza!

Cerco sempre di comunicare qualcosa, di dire qualcosa oltre le storie che racconto, anche se mi sono reso conto che ogni lettore percepisce quello di cui ha bisogno, che non è necessariamente quello che l’autore vuole trasmettere. Va bene lo stesso. L’importante è che il lettore capisca che sto parlando con lui.

Che genere prediligo? Per quanto mi sia espresso in più generi, direi che il fantastico è la mia ventiquattresima coppia cromosomica. Amo leggere il fantastico e amo scriverlo. Il mio rifugio dalla quotidianità quando è opprimente.È più facile descrivere che inventare. Mi piace esasperare la realtà che è la mia vera fonte di ispirazione. Un mondo fantastico è il modo migliore per raccontare ed esorcizzare la vita. Niente di nuovo. Solo qualcosa che esiste da sempre.
Mi chiedono spesso se mi ispiro a qualche autore: non ritengo che qualcuno in particolare mi abbia “formato”. Cerco sempre di cogliere le caratteristiche di ogni autore che leggo e di farne tesoro. Certamente la lettura di Terry Brooks mi ha aperto le porte del Fantasy, ma se devo consigliare delle letture che possano essere “formative” per stili e contenuti, le idee sono chiarissime: Calvino, per il modo di esprimere la fantasia e il sentimento; Hemingway per la capacità di descrivere la realtà; Edgar Lee Masters, per imparare a cogliere i significati dell’essere oltre l’apparenza; Shakespeare, per la capacità di gestire l’intreccio delle trame.
Ci sono i tre consigli che do sempre a qualsiasi scrittore esordiente: leggere per imparare, leggere per confrontare, leggere per migliorare. In realtà i consigli possono essere tanti, per evitare gli errori che ho commesso io stesso e che vedo commettere sempre più spesso. Alla fine riassumerei il tutto con: scrivete per divertirvi, non per divertire. Lettore e autore devono imparare a sognare insieme.

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